lunedì 13 febbraio 2017

Il Signore delle mosche (William Golding)


"Dolci ore sono perite qui,
Questo è un luogo timoroso -
Entro i suoi confini hanno giocato speranze
Ora inerti nella tomba"
(Emily Dickinson)

Davvero credevate che il male venisse da Internet? Che la atttualissima mania del cyberbullismo, così trendy come preoccupazione adesso, sia una conseguenza dei social network e derivati? Non è così. La crudeltà esisteva già. Anche quella degli adolescenti. Il bene, il male. Il coraggio, la paura. L’avventura. La fame. La sopravvivenza. Il desiderio di ritornare a casa. I rifugi, le fughe, le lotte. E tutto con in primo piano dei bambini ( e qualche pre- adolescente, direi, di età indefinita a cavallo dei dodici anni). Considerato un classico per antonomasia, psicologista  (psicotico?) dalla prima all’ultima riga.

Una disgrazia area fa atterrare una colonia di bimbi su un ‘isola sconosciuta e primordiale, apparentemente priva di pericoli ma lontana dal mondo dei genitori. La masnada neanche pubescente, interamente maschile, cerca allora di darsi un’organizzazione, delle regole, un capo, aspettando di tornare alle coccole di mamma e papà. Ma siamo lontani dal farlo. E Ralph, acclamato leader, ha mille insidie, comprese le proprie normali remore, da affrontare.

Certo la distopia, essendo il contrario dell’utopia, crea disagio in senso emotivo. Certo di rado un finale tutto sommato consolatorio risulta come qua davvero ben costruito, solido, impattante. Ma non sono riusciti a farmelo piacere per almeno metà. Troppo lezioso almeno nella mia traduzione, eccessivamente naturistico, con queste dettagliatissime descrizioni del giorno e  della notte, del colore delle foglie, delle forme degli alberi e delle rocce. Scarsamente realistico, con parole improbabili messe in bocca a dei ragazzini spauriti e soli. Inoltre l’utilizzo di pochissimi dialoghi per lunga parte del racconto lo appesantiscono e ne limitano ritmo e intensità. Insomma una mezza delusione, anche se mi rendo conto che tematica ed epoca dello stesso ne hanno fatto un'opera imperdibile.




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