mercoledì 28 gennaio 2015

Vite di uomini non illustri (Giuseppe Pontiggia)




Non so se qualcuno ricorda una canzone di Francesco De Gregori del 1985, che recitava "la storia siamo noi". Bene. Quel pezzo, sebbene probabilmente scritto per altri intenti, mi fa da sottofondo ideale a questo testo di Giuseppe Pontiggia, narratore lombardo recentemente scomparso, scrittore di notevoli doti e di discreto successo e probabilmente estraneo alle mafie intellettuali ed editoriali. 

Il testo in questione è composto da diciotto capitoli, brevi come un racconto ma lunghi come diciotto esistenze, sorta di schede anagrafiche ma non solo, delimitate da nascita e morte del personaggio principale, rigorosamente con luogo, data e modalità. Storie comuni, brandelli di vita, istanti cruciali.


lunedì 26 gennaio 2015

Storia dell'assedio di Lisbona (Josè Saramago)


Cosa succederà a Lisbona se nel 1147 i crociati veramente decidessero di non aiutare le truppe portoghesi stanziate alle porte, pronte a liberare la città dalla dominazione araba? E come conseguenza come si metteranno le cose nelle vita di un modesto e riservato correttore di bozze se è proprio lui a modificare il corso degli eventi mediante una semplice, infantile e quasi giocosa apposizione di un "non" ad un manuale rigoroso o quasi, che descrive quella storia e che a lui è stato assegnato per lavorarci sopra onestamente?
No ragazzi, niente fantascienza già abusata, niente fiction massmediatica e "gran-fratellosa", stavolta davvero fate i seri e non prendetevi sul serio, questo è solo un denso ma affascinante romanzo vero, si parla dell'umano e dei suoi a volte melodici e malinconici voli pindarici, volti solo a provare l'ebbrezza del volo, quasi come un pulcino che all'improvviso seppur goffo, si rifiuta di fare il pollo a vita. Con il benestare della gallina di turno. Sconsigliato di leggere a chi cerca solo nidi decrepiti, certezze fragili, umori fradici. Qui si parla di passione ed amore, forti e labili, incerti e vigorosi come solo i sentimenti sanno fare. Quando tutto va bene alla faccia di una negazione.


domenica 18 gennaio 2015

Everyman (Philip Roth)

Una storia impervia, densa ma scorrevole che con 116 pagine presenta il resoconto di una esistenza, quella del protagonista indiscusso ed indiscutibile della storia, che però troviamo all’inizio essere sepolto nella fossa. E allora andiamo a conoscerlo, perché ci viene raccontato con approfonditi, letali flashback.
Tre matrimoni, affetti di ogni tipo, fatti ed antefatti ed una continua sola missione: la vita, costi quel che costi, perché è la cosa più bella e più brutta che ci è data e che è destinata a finire, qualunque cosa tu faccia. Chiaro che quando arriva la morte si fanno i bilanci e si ha paura, quando le forze decadono, l’egocentrismo vacilla e si piangono lacrime di coccodrillo anche se tutto sommato si è stati talmente bravi da avere solo successi e denaro, ma anche poi l’inevitabile solitudine, perché tutto si paga, anche il conto degli affetti.