mercoledì 10 giugno 2015

Insieme e basta (Anna Gavalda)



Oh, ma che tema "nuovo", l'amore.
Difficile parlarne. Perché l'amore a volte si fa, a volte si sospira, a volte si rimpiange. L'amore sembra essere sempre una faccenda di ragionamenti o di azioni, mai una cosa che si vive nel momento in cui si vive...tipo un motore del mondo. Ma la benzina? chi la mette la benzina? ma lo sappiamo quanto costa, il carburante?
E poi, a parlarne e scriverne, no non ne parliamo. Abbiamo intere biblioteche da Harmony a Madame Bovary... tutte lì pronte a sciorinare l'elisir di lunga durata o il carpe diem, di mordi-e-fuggi oppure ti.-avrò-per-sempre, dai che ci diamo l'anima adesso e mai più.
Non amo la cucina francese. Ma questa ricetta é gradevole, perché se l'è inventata una scrittrice contemporanea, Anna Gavalda, che al di là di pregi e difetti ha un dono di natura: sa scrivere, scrive, come gli viene, come lei sa.
E poiché si parla di un libro, va bene, va bene così. Sì, Vasco Rossi parlava d'amore.
E, premetto, l'opinione sarà lunga. O no, forse breve. Sarà quanto basta. Sarà amore.
E, sicuro, di una ricetta bisogna dare gli ingredienti. Per cui eccovi quattro personaggi talmente veri da essere surreali.




Tutti per il gusto di leggerli, assaporarli parola dopo parola, farli frase, capitolo, romanzo. E la lettura non si svolge su maestose descrizione di interni psicologici o su linee aree volatili di pensieri, no, nel romanzo ci si parla, chi fa da show-man é il dialogo. Ma non è una "piece" teatrale, è narrativa, sembra di essere lì, ascoltatori né molesti né morbosi, non spettatori.
Eccoci qui dunque, abbiamo una tavola ben apparecchiata con una Parigi piccolo borghese ma con ansimi di rivolta, tutta gente che ha avuto già mille vite eppure naviga non senza qualche naufragio nel mare dei trenta anni o poco meno.
Camille, che ha già vissuto qualche esistenza in più dei suoi ventisette anni, che ha formattato l'hard disk delle sue intenzioni ma non delle memorie, e vuole semplicemente capire come tornare a ciò che può amare: la pittura. Quando si é artisti è difficile tradire l'arte, a volte si può al limite concedersi qualche scappatella corporale che magari abbia la certezza di essere con l'uomo che hai già odorato la volta precedente. Ma l'artista ama, a suo modo, negli interstizi di tempo libero e a mente sciolta.
Frank, bestiale coatto quanto basta per farlo vedere nella sua luce di cuore che vorrebbe battere ma non trova il ritmo giusto. Non basta cambiare la stazione alla radio o comprare un nuovo cd. Il ritmo è una miscela di pensieri e sensazioni, la musica poi viene da sé.
Philibert, nobile fuori tempo, è il fuori da tutto eppure come convenzionalmente accettato dalla mutua del lettore, talmente balbettante e insicuro che alla fine sarà l'unica sicurezza, l'unico appiglio, l'unica risposta: perché pensarci, a pensare bene, pensare troppo è solo un pensiero.
E poi, come un ultimo ritocco di sapori antichi, come in una ricetta d'altri tempi ma sempre attuale, come il tocco personale ad una pietanza peraltro già abbastanza nota, il condimento della nonna Paulette. Lei ha solo un problema: non ha dimenticato di vivere, semplicemente non sa più come fare. Il tempo di giusta cottura é ormai arrivato, deve esser servita. Franck suo devoto nipote, lo sa già.
Come contorno, la cucina di casa vi offre un rapporto con i genitori assolutamente disastroso. Forse abbiamo versato troppo sale, forse il sale, il pepe e l'aceto non erano dei migliori: questa insalata di ripicche continue e continui abbattimenti è un sapore stonato, ma non tutte le ricette escono con il buco.
Chissà come mai ancora oggi qualcuno s'inventa o semplicemente trascrive proprie sensazioni per dire "Insieme e basta". Forse perché ci serve ancora, pensare che scegliere una persona diventa sempre più difficile. No, le persone non cambiano. O magari sì.
Il fatto non é che questo mondo manca d'affetto, semplicemente l'affetto è diventato più esigente e ricercato, più snob, più chic, più adsl, più (o meno) passionale, semplicemente non ci vogliamo accontentare.
Vaglielo a spiegare, tu, alle gente, anche a dei piccoli borghesi parigini di istinto rivoluzionario ma di sentimenti da bella "epoque", che tante volte accontentarsi non è difendersi nè perdere, semplicemente é accettare.
Amore è accettare, please. Non serve un bicchiere di qualche alcolico per dirselo. Non serve musica ad alto volume, o estremismo sentimental-filosofico. Accettare. Puoi anche bere, serve a volte, e poi dirti vabbè poteva andare meglio, o peggio, poteva pure non andare. E solo dio sa quanto è brutto non andare, stare fermi. solo per non avere accettato uno stop. Perchè di passaggi, la vita é piena...
Forse un po' troppo lungo per ingurgitare la scrittrice Gavalda, fenomeno d'oltralpe qui in Italia oltremodo sconosciuta. Per un aperitivo delizioso per approccio più morbido si suggerisce la raccolta di brevi deliziosi incipit con finale aperto dal titolo "Vorrei che da qualche parte ci fosse qualcuno ad  aspettarmi" in fondo un titolo evocativo, in fondo un desiderio di ciascuno in ciascun momento della giornata e della nottata, fosse anche che ad aspettarvi fosse il solito, palloso, conosciuto, travolgente amore.
Insieme e basta, magari può bastare. A volte, per la maggior parte
, conosciuto, travolgente amore. 
Insieme e basta, magari può bastare. A volte, per la maggior parte. 

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